Dopo l’esordio di Millesuoli.it, la prima enoteca digitale interamente dedicata al mondo del vino siciliano, con una rassegna unica al mondo di oltre 300 cantine sparse in ogni angolo dell’isola, parte da Caltanissetta, nel cuore della Sicilia, la prima enoteca fisica del brand. Uno spin-off del progetto digitale, avviato da poco più di un mese da due amici ingegneri con la passione per il vino, Cristian Catalano e Giuseppe Bonanno.

“Da Caltanissetta partiamo con un progetto che si inserisce in quello più ampio di Millesuoli online – spiega Catalano – e si tratta di uno spin-off che dà fisicità alla nostra idea, concretizza ciò che già è una realtà di ampia portata sul web”.

Lo spazio, di circa 120 metri quadrati, della nuova Millesuoli a Caltanissetta si trova in via Leone XIII al numero 53 ed è un ambiente raffinato ed accogliente dove tutte le referenze delle cantine presenti già sul portale online sono esposte a vista.

“Caltanissetta è la mia città d’origine – racconta Bonanno – e siamo partiti da qui, iniziando a lavorare operativamente per catalogare e gestire i vini del nostro portafoglio. Da quartier generale a prima enoteca fisica, il passo è stato naturale. La nostra ambizione è quella di dar vita ad un circuito di insegne Millesuoli, ma pian piano, perché ogni luogo sarà scelto con cura e dovranno esserci tutte le condizioni per offrire un posto di assoluta qualità, dove andare per bere siciliano, dalla a alla z, per trovare vini conosciuti e di nicchia, per mangiare bene in abbinamento al calice, e per trascorrere del tempo piacevolmente, sentendosi quasi a casa”.

A Caltanissetta, per la prima insegna Millesuoli, Cristian Catalano e Giuseppe Bonanno condividono il progetto con un terzo socio e un amministratore, rispettivamente Antonio Villa e Loredana Ragolia. Oltre a trovare i vini di più di 300 cantine siciliane, da Millesuoli è possibile degustare taglieri di salumi, formaggi e verdure: tutto rigorosamente siciliano. La selezione è accurata e la scelta ricade soprattutto su Presidi Slow Food. I salumi, le verdure e le confetture provengono da diverse province dell’isola, da Trapani ai Nebrodi, proprio per assecondare la filosofia Millesuoli. Per fare alcuni esempi, si possono trovare, per iniziare, le mandorle Corrente tostate e salate di Nama ad Avola, le olive verdi di Nocellara dell’Etna condite della Rizzo Conserve di Caltanissetta, il pane e i lievitati del Panificio Amico- Pane d’autore di Caltanissetta. Il menù cambia continuamente per far scoprire le piccole produzioni, nel rispetto del territorio e per sostenere chi con passione si impegna per fornire cibo di qualità nell’ottica della sostenibilità ambientale. Si spazia, per citare qualcosa, dalle confetture dell’azienda Terre Nere di Catania ai salumi crudo e culatello di suino nero dei Nebrodi, passando dalle mortadelle siciliane del salumificio Il Chiaramontano di Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, e del salumificio Morselli di Trapani. Immancabili il Fior di Garofalo e la Tuma Persa del caseificio Passalacqua, e il Maiorchino dell’azienda agricola omonima di Messina; presenti anche il Piacenino Ennese del caseificio centro Form di Enna e la Vastedda del Belìce dell’azienda Feudo Pollichino di Palermo.

All’interno di Millesuoli, l’ambiente è elegante e raffinato. E, coerente al modus operandi, le maestranze che hanno collaborato alla realizzazione dell’enoteca, degli arredi e degli accessori sono tutte siciliane.

“In pochi mesi sono accadute tante cose – dice Catalano – e tante altre ne accadranno. La nostra è una start up in continua evoluzione. Dal mese di gennaio organizzeremo incontri tematici con cantine e anche corsi di avvicinamento al vino, perché il nostro desiderio è quello di far innamorare sempre più i consumatori della Sicilia del vino”.

Tante le referenze già presenti nella selezione Millesuoli con più di 300 cantine. C’è l’Etna con le sue innumerevoli sfaccettature, i suoi versanti e le sue contrade: un vero e proprio scrigno da aprire andando su per “A Muntagna” tra le sciare e scendendo in profondità dei suoli di matrice vulcanica. C’è l’entroterra agrigentino, ci sono i vini del messinese, meno conosciuti; quelli dell’unica Docg siciliana, Cerasuolo di Vittoria; quelli delle piccole Doc, e ancora delle isole minori, dalle Egadi fino alle Eolie, passando per Ustica e Pantelleria. Ci sono i vini più estremi, da viticoltura eroica, quelli che fanno parte di piccolissime produzioni, molto difficili da scovare; i vini vegani che raccontano semplicemente una filosofia produttiva a cui dar voce; i rosati di Sicilia nati da diversi vitigni, territori e stili produttivi; le bollicine e infine i vini dolci.

La versione “fisica” di Millesuoli, che parte dal nisseno, è un progetto nuovo che si svilupperà ancora parallelamente. La prossima apertura ci sarà ma è ancora top secret.

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